Recensioni dischi - Novità e ristampe del Rock Progressivo



Aether - "Aether" (Overdub Recordings, 2023)


     Archivio Recensioni

       Tracklist

01. Echo Chamber (02:33)
02. Radiance (04:09)
03. Thin Air (04:15)
04. Grey Halo (02:38)
05. Pressure (04:29)
06. A Gasp of Wind (05:06)
07. A Yellow Tear in a Blue-Dyed Sky (02:58)
08. Moving Away (04:36)
09. The Shores of Bolinas (02:58)
10. Crimson Fondant (05:02)
11. This Bubble I’m Floating In (04:33)

      Durata complessiva: 43:17

Aether è un quartetto milanese messo insieme nel 2021 su iniziativa del bassista Andrea Grumelli, già attivo nel circuito jazz e anche AvantProg con diverse collaborazioni: ad esempio quella con i NichelOdeon di Claudio Milano. Suoi compagni di strada nel nuovo progetto sono i musicisti Andrea Serino (tastiere), Matteo Ravelli (batteria) e il chitarrista Andrea Ferrari, anch'essi presenti a vario titolo nel giro della scena alternativa milanese.

Questo primo album del gruppo sembra appunto riassumere l'ampio spettro sonoro che costituisce il background dei singoli componenti: undici tracce interamente strumentali dove suoni Ambient e Prog, con evidenti richiami al jazz di scuola nordica, convivono in bella simbiosi all'interno d'un convincente mosaico di momenti anche molto brevi, a volte intimisti e raccolti, altre volte più avventurosi sotto la guida del synth. Tra gli episodi migliori cito subito "Grey Halo", costruito con perizia sul passo felpato di basso e chitarra sullo sfondo di suoni elettronici nebulosi, che sembra girare in tondo fino a cogliere l'essenza di un attimo sospeso: due minuti e trentotto secondi di vera emozione. In questa sorta di raffinato crepuscolo molto contemporaneo vive un po' tutta la sequenza degli Aether, divisa tra tinte grigio perla e moderate accensioni ritmiche ponderate con bella misura, senza mai strafare, cercando piuttosto la propria dimensione con ammirevole cura delle sfumature timbriche. E' pure il caso di "A Yellow Tear in a Blue-Dyed Sky", ancora raggrumato intorno a un reticolo astratto di synth e vibrazioni che prendono corpo solo sul basso di Grumelli in un clima liquido e sapido come la lacrima del titolo, o anche l'incipit di "Echo Chamber", articolato sulla chitarra acustica con riverberi indefiniti tra l'organo e il ronzio del mondo esterno.

Prezioso, e spesso decisivo negli equilibri del disco, è pure il lavoro al Fhender Rhodes di Serino, che punteggia brani più articolati come "Thin Air", in combutta con la chitarra elettrica di Ferrari, di chiara ascendenza frippiana: note lunghe e insistite che rompono lo schema più soffuso creato dal basso insieme al piano elettrico. Un jazz più corposo connota invece "Pressure", con il lavoro efficace di piano, synth e sezione ritmica, ma anche "Moving Away", dove la chitarra solista sale ancora in cattedra, fino all'apogeo di "Crimson Fondant": è un titolo che dichiara il proprio debito verso il maestro Robert Fripp, e lo celebra nella sottile tensione che poggia proprio sulla chitarra, tra pieni e vuoti articolati sul piano elettrico e le spezzature del basso, con ficcanti inserti dell'organo nella progressione del pezzo. E' il momento dell'album più vicino al prog, ma sempre personalizzato a dovere dal quartetto, che qui mostra grinta e talento al tempo stesso. Se "The Shores of Bolinas", astratta e suggestiva nella sua dimensione elettronica, sembra riallacciarsi all'inizio del disco, l'epilogo di "This Bubble I'm Floating In" circoscrive piuttosto la bolla esistenziale del quotidiano, in bilico tra l'arpeggio chitarristico e le intermittenze vagamente ansiogene del tempo in corso. Un sigillo di classe per questo primo atto discografico del progetto-Aether.

E' un disco dai toni sospesi e quindi non sempre facile da apprezzare al primo ascolto, eppure più che meritevole, soprattutto perché si avverte in ogni passaggio della sequenza il bagaglio espressivo acquisito nel corso di molteplici esperienze, e ora depositato con indubbia sapienza in ciascuno dei singoli brani. La varietà composita dei richiami stilistici, infatti, non va mai a discapito di una lodevole unità di fondo, una sorta di pathos pervasivo che giova al notevole effetto complessivo. Sarà davvero interessante seguire l'evolversi del gruppo, ma intanto c'è solo da consigliare l'ascolto di questo esordio davvero pregevole nel panorama odierno della musica italiana.

Valutazione:                  Info e contatti: Pagina Facebook ufficiale

Archivio recensioni    Vai al sondaggio